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Dopo l'alluvione è diventato più difficile raggiungere il centro abitato PDF Stampa E-mail
16 maggio 2009 - L'Unione Sarda, articolo di Maria Grazia Marilotti.

Sono cinque i ponti sul rio San Girolamo in attesa di lavori L'amministrazione comunale assicura: «Abbiamo già chiesto i fondi alla Regione, oltre allo studio che ci permette di progettare le opere». Non c'è solo il ponte distrutto di Pauli Ara a isolare Poggio dei Pini. La condizione delle strade, la gran parte malandate, e la mancata ricostruzione di altri ponti animano la protesta dei residenti, che si sentono trascurati e lontani dal resto del territorio dopo la terribile alluvione dello scorso ottobre.

Al centro delle polemiche in questi giorni c'è soprattutto il ponte dell'Hidrocontrol, sul Rio San Girolamo, che unisce la lottizzazione e Capoterra. Riparato alla bell'e meglio pochi giorni dopo il disastro da Genio Civile e Ente Foreste, la carreggiata in terra battuta non è sicura e mette a dura prova le sospensioni delle auto, senza contare che mancano anche i guard rail. È percorso tutti i giorni da decine di abitanti, soprattutto quelli che abitano nella parte alta di Poggio, nella zona denominata “anello Bellavista”, che ora chiedono al Comune di intervenire al più presto: «Cosa aspettano a dare il via ai lavori?», si lamenta un automobilista. «POCO SICURO» La strada che costeggia l'Hidrocontrol e attraversa il ponte è comunale. «I veloci lavori sul ponte, all'indomani dell'alluvione, ci consentono oggi di raggiungere il centro di Capoterra senza fare lunghi giri - sottolinea Carlo Congiu, residente a Poggio dei Pini - ma c'è da sottolineare che l'assenza di protezioni ai lati della strada, con il fiume ora in secca e il fondo sconnesso, rendono poco sicuro il passaggio». Infatti tanti cittadini per evitare di attraversare Rio San Girolamo utilizzano la strada di accesso aperta ai mezzi antincendio.

Oltre quello dell'Hidrocontrol, sono quattro i ponti sul Rio San Girolamo da mettere in sicurezza, crollati o comunque inadeguati a smaltire una portata d'acqua come quella del 22 ottobre: il Pauliara, davanti al bar “Le terrazze”, spazzato via sette mesi fa, sul quale interverrà il Genio civile (c'è l'impegno dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici); quello al bivio tra le piscine e il centro commerciale di Poggio dei Pini; quello di via Europa a Rio San Girolamo; quello sul Masone Ollastu sulla 195, dove ha trovato la morte l'insegnante Annarita Lepori.

«Abbiamo chiesto i fondi alla Regione, oltre allo studio che ci permette di progettare le opere», sottolinea l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Efisio Demuru. Quello di Rio San Girolamo è stato sistemato di recente grazie alla generosità del Comune di Cagliari, che ha regalato a Capoterra i guard rail per il quartiere alluvionato.
 
Villette sui fiumi via all'inchiesta su Capoterra PDF Stampa E-mail

28 ottobre 2008 - Il Sardegna, articolo di Elena Laudante.

Dopo la rabbia e il dolore per il fango assassino di Capoterra, ora è il momento di cercare eventuali responsabilità. Compito arduo di un'indagine avviata a tempi record, che però deve fare i conti con la stratificazione annosa di interventi edilizi iniziati negli anni '60- '70. E forse sfregi urbanisticoambientali da stanare.

AUTOPSIA. Si parte dagli esami autoptici: il medico legale Francesco Paribello è stato incaricato dai pm Daniele Caria e Guido Pani dell'autopsie su quattro delle cinque vittime. Ieri l'esito delle analisi sui corpi di Licia Zucca e Anna Rita Lepori, trascinate dall'ondata di piena mentre tentavano di mettersi in salvo a bordo della loro auto. La causa della morte per annegamento è scontata, ma Paribello approfondirà gli esami con l'anatomopatologo Giovanni Frau. Oggi gli esami autoptici sui corpi di Antonello Porcu e Speranza Sollai, l'ingegnere il cui corpo è stato ritrovato domenica sera e l'ottantacinquenne sbalzata in cantina dal fango mentre era a letto. Nessun esame legale per Mariano Spina, annegato nelle campagne di Sestu: morte naturale.

LE CARTE. Il prossimo passo sarà l'acquisizione dei documenti su lottizzazioni, lavori di risanamento dopo l'alluvione del '99, manutenzione degli ultimi anni. Per le piogge di nove anni fa la Regione stanziò 12 milioni perché Capoterra non finisse di nuovo sepolta dalla melma. Dove sono finiti? «Tutti spesi per la manutenzione e per risarcire i cittadini danneggiati», assicura l'assessore ai Lavori pubblici Efisio Demuru (Pd). E l'ultima lottizzazione nata sugli argini del Rio Santa Lucia, in pieno centro, come il quartiere spazzato via sul Rio San Girolamo? «Dal 2001 abbiamo bloccato 13 lottizzazioni, anche a quella l'amministrazione era contraria, ma il costruttore aveva la legge dalla sua parte». La messa in sicurezza di ponti, strade e argini era stata affidata al Consorzio Meridionale della Sardegna, «proprio per garantirne l'esito», spiega l'esponente della Giunta guidata da Giorgio Marongiu, che ha ereditato quasi mezzo secolo di costruzioni su 270 ettari a rischio idrogeologico, come ha ribadito Guido Bertolaso.

 
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